Il primo giorno è andato.

Ed è andato bene. Anzi molto bene! O forse poteva anche andare meglio. Invece lì proprio non ci siamo.

19 Dic 2020
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BENE.
Intanto perché si è fatto. E nulla è scontato che accada, ultimamente. Ma ne abbiamo già parlato.
Poi perché si è adattato. Senza pubblico, ma con i volti di tanti tifosi che hanno registrato saluti e balletti da casa loro per poi rivedersi sui megaschermi dietro il canestro. Tengono compagnia e l’idea non può che essere apprezzata da tutti. Se poi c’è il momento che sembra manchi qualcosa, ci pensa Kyle Montgomery a riempire il vuoto, quando ti accorgi che dovrebbe commentare una giocata sul campo e invece si è perso sulle note di una canzone di Beyoncè.
Infine bene anche per le squadre, Utena su tutte, prima nel suo girone da dodicesima testa di serie, Amsterdam e Jeddah, sorprese “annunciate” di queste finali, e Novi Sad, che senza Dusan Bulut, si merita il classico giudizio del tipo: “i ragazzi hanno studiato, ma potrebbero fare di più”.

MOLTO BENE.
Per Liman e Riga.
Sappiamo quanto il 3×3 sia uno sport imprevedibile e, paradossalmente, la finale di quest’anno sembra già scritta. Entrambe escono dal loro girone a punteggio pieno, entrambe segnando molto e rischiando parecchio, entrambe con qualche asso nella manica da tirar fuori nei momenti di difficoltà, nello specifico l’asso di denari, quello che vale da più, Stojacic per i serbi e Lasmanis per i lettoni.
Li aspettiamo entrambi all’ultima partita del torneo, e se poi non succede, non ci dispiacerà nemmeno troppo, perché le sorprese ci stuzzicano di più.

Foto dal sito FIBA3x3

POTEVA ANDARE MEGLIO.
Per Losanna e Ulaanbaatar, i primi perché danno spesso l’impressione di poter fare un importante salto di qualità, senza poi accorgersi che gli manca qualcosa, e forse questa volta mancava il quarto giocatore. I secondi perché riscuotono tifosi e simpatie ovunque, e quando tifi per una squadra che non è mai tra le favorite, non puoi che immaginarti una splendida favola con il buzzer beater in finale di Davaansabuu. E invece niente, toccherà aspettare le olimpiadi.
Anche per Harlem. Potrebbe andare meglio, dovrà andare meglio. Squadra indecifrabile, a tratti spettacolare, ma che non sembra concretizzare l’enorme potenziale che ha disposizione. Ora che l’ho detto, vediamo se “Disco Domo” mi risponde sul campo.

NON CI SIAMO.
Dai oh.
Quando giocavo in propaganda mi allenavo con pettorine migliori, e quando sceglievo il completo per andare al campetto facevo meglio anche lì. Non ne farò una polemica (per ora…), ma sulle divise da gioco proprio non ci siamo. Il passaggio da Nike a Wilson non ha cambiato nulla, se non addirittura peggiorato la situazione, vedendo cos’hanno fatto con Piran, per esempio (e non ditemi che sono una squadra vecchia e avevano bisogno delle scritte grandi per vederci meglio, perché l’ho già pensato, ma non regge).
Poi, per carità, i giocatori non sputeranno certamente nel piatto dove mangiano, ma se dietro di loro vedono un ricco arabo che fa aperitivo con champagne e caviale seduto sulla sua poltrona di pelle, e poi in campo si vestono con quella roba lì, si faranno delle domande?

Brent

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