“Buongiorno signor Jordan, la ringrazio molto per aver accettato il mio invito.”
“Ciao, figurati.”
“Possiamo darci del tu?”
“Darci cosa?”
“Ah giusto, in inglese non esiste dare del lei, ma dato che l’intervista è scritta in italiano, mi sembrava cortese chiederlo.”
“Fai come vuoi.”
“Possiamo iniziare?”
“Vai, parliamo un po’ della triangle offense.”
“Come scusa? L’intervista è sul 3×3.”
“Appunto, non è una variante moderna dell’attacco di Tex Winter?”
“Ehm, no. Non c’entra nulla, il 3×3 è un altro sport.”
“Simile al baseball?”
“No, non c’entra nulla nemmeno col baseball. E’ molto simile alla pallacanestro. Deduco quindi che non hai letto le domande che ti ho spedito la settimana scorsa.”
“No, perdonami. Ero molto preso dagli allenamenti, devo rimettermi in forma.”
“Davvero? Ci stai per svelare un tuo grande ritorno?”
“Non so ancora di preciso cosa fare, ma non ho digerito bene alcune dichiarazioni dopo l’uscita di The Last Dance. Horace Grant, Isiah Thomas, tutti bravi a parlare, ma poi sul campo…”
“Sai che il 3×3 potrebbe essere l’occasione giusta?”
“Dimmi di più.”

La curiosità gli ha fatto passare il rossore agli occhi.

“Si gioca a basket tre contro tre con un canestro solo e una palla un po’ più piccola. Ci sono moltissimi tornei in giro per il mondo e il livello delle squadre sta crescendo.”
“Provo a metter su una squadra. Si vincono soldi?”
“Purtroppo non molti per ora. Sicuramente non le cifre a cui sei abituato tu.”
“Scottie Pippen è il primo. Saranno comunque più soldi di quelli a cui era abituato lui.”
“Frecciatina…”
“Poi? Mi serve sapere altro.”
“I punti valgono uno e due, il tiro da fuori è spesso decisivo nelle partite punto a punto.”
“Steve Kerr, preso. Sa fare solo quello.”
“Bene, ti serve ancora un quarto giocatore. Il 3×3 è un gioco molto faticoso ed è importante avere un cambio sempre pronto a dare energia alla squadra.”
“Dennis Rodman, ma ci parli tu.”
“Sarebbe un onore.”
“Aspetta e vedrai. Ah, e ovviamente ci allena Phil Jackson.”
“Teoricamente il 3×3 non prevede la figura dell’allenatore durante una part…”
“Ho detto che ci allena Phil Jackson.”
“Chiaro, volevo dire che l’allenatore vi segue da fuori e successivamente…”
“VOGLIO PHIL JACKSON.”
“Se mi lasci finire, sto provando a spiegarti che l’allenatore…”
“DEVE ESSERE PHIL JACKSON.”

“Ciao Phil, ti devo parlare.”
“Ma mi stai dando del tu?”
“No scusa, cioè, prima con Michael dicevamo che in inglese non…”
“Guarda che leggo i sottotitoli di ciò che dici sopra la tua t-shirt nera.”
“Ma quindi lo sapevi???”
“Sapevi, cosa?”
“Niente, te lo spiegheranno tutti quelli che hanno visto “The Last Dance” con i sottotitoli. Veniamo a noi, Michael vuole tornare a giocare, più precisamente, a basket 3×3.

Si dice che, indossando questa camicia, abbia svelato il segreto della Triangle offense, senza mai farsi scoprire.

“Naahh, non potrebbe mai vincere in quello sport.”
“Non c’è bisogno che gliela metti sul personale, ci hanno già pensato altri.”
“E allora a cosa servo?”
“Ti vuole come allenatore.”
“Ma nel 3×3 non c’è l’allenatore.”
“È quello che ho provato a spiegargli, ma lui non ne vuole sapere.”
“In qualche modo si può fare, ma prima di accettare voglio sapere chi ci sarà in squadra.”
“Oltre a MJ, ci saranno Pippen, Kerr…”
“Molto bene.”
“…e Rodman.”
“Ma ci parli tu.”
“Non capisco dove sia il problema.”
“Prego, è di là che ti aspetta.”

“Ciao Dennis, scusa se ti do del tu, se vuoi ti do del lei, ma ho già parlato con Michael e Phil e quindi…”
“Ehiiii fratello!!! M***a che faccia triste che hai, rilassati un po’ e take it easy!”

…mentre leggeva il Pagellone del tour master dell’anno scorso.


“Non sono triste, ero solo preoccupato che…”
“Non sarai mica uno di quei cog****i che è venuto a rompermi il c***o con quelle domande sui Bulls e tutto il resto?”
“No guarda, venivo a proporti di giocare alcuni tornei 3×3 con Michael, ti spiego come funziona…”
“Ma va! Se al campione va bene, va bene anche a me. Quello decide sempre che c***o gli pare e se provi a dirgli di no, si inc***a di brutto, più di me.”
“Perfetto allora! Ma cosa ne pensi di questa nuova disciplina che esordirà alle Olimpiadi?”
“Ma che c***o me ne frega! Lo sai cosa interessa a me, sc****e, bere e sc****e. Sc****e l’ho già detto?
“Sì Dennis, l’hai già detto. È che speravo di avere una tua risposta senza dover mettere asterischi.”
“Allora vai da Steve. Quel cu*o bianco ti darà tutte le risposte a modo che vuoi.”

“Steve!”
“Ciao Brent.”
“Ma ci conosciamo?”
“Certo che no. Ma ti sei firmato nel messaggio che mi hai scritto per fissare
questo incontro.”
“Giusto, scusami. L’ultima chiacchierata che ho avuto con Dennis mi ha un po’ sconvolto.”
“Non ti preoccupare, è normale.”
“Dunque, Michael sta organizzando una squadra…”
“Sì certo, ho letto sempre nello stesso messaggio la proposta che stavi per farmi.”
“Ah molto bene, dice che gli faresti comodo perché nel 3×3 il…”
“…tiro da fuori vale doppio, ho letto il regolamento.”
“Wow, e dice anche che, considerando le spaziature diverse…”
“Si aspetta che io mi trovi al posto giusto, al momento giusto, come sempre.”
“Esatto! Quindi accetti?

La produzione non poteva prestargli una maglietta dei Bulls???

“Ti ho già risposto per messaggio mentre mi fissavi la maglietta dei Warriors che ho addosso.”
“Ah ecco, è che proprio mi stavo chiedendo…”
“Come ho fatto a vincere tutti quegli anelli anche da allenatore?”
“No. Come avete fatto a perdere in finale l’anno che avete fatto 73-9. E io ero pure venuto a vedere la 70esima W. Mannaggia a voi…”
“Prego, puoi andare.”

“Eccoci, manchi soltanto tu!”

“Scottie!”

“Pip”
“…è che ho qualcosa tra i denti.”
“Guarda che non è vero.”
“Eppure lo sento.”
“Anche se lo senti, ti garantisco che non si vede.”
“Se lo dici tu.”
“Per il resto tutto, bene?”
“Mai stato meglio.”
“Sicuro? Schiena? Caviglia?”
“Benone, davvero. Perché?”
“Mike vuole tornare a giocare.”
“In effetti, qua, nella zona lombare…”
“Ma si tratta di 3×3, tornei di un week end dove si vincono soldi.”
“…dicevo, soprattutto qua nella zona lombare, ho fatto potenziamento muscolare l’altro ieri.”
“Pochi soldi, è un movimento ancora in crescita.”
“È che proprio da stamattina, sentivo delle fitte al piede…”
“Ma puoi prenderti la fetta che spetta a Dennis, nella sua lista degli interessi, non parlava di dollari.”
“…che poi sono passate appena ho iniziato le ripetute in salita.”
“Direi che ci siamo.”

Senza il suo sorriso, ho finalmente notato il colore della sua polo

“Devi però aiutarmi. Per una volta, quando capiterà, voglio prendere io il tiro decisivo. Come posso fare?”
“Semplice. Ti capiterà soprattutto nel supplementare, prima squadra che fa 2 punti, vince. Fingi di chiamare uno schema per Michael e ricevi tu il check. Non lo guardi nemmeno. Tiri appena hai la palla in mano. Io di solito faccio così.”
“E funziona?”
“No. Quando va bene, prendo il ferro, rimbalzo loro, pessima difesa e canestro da fuori preso in faccia.”
“La difesa non è un problema per me. Recupero palla e tiro finchè non segno.”
“Così andrà alla grande, ottima idea.”
“Ti ringrazio, contatemi pure.”

“Mike, ci siamo. O meglio, ci siete, la squadra è pronta.”
“Direi di sì, non vedo l’ora.”
“Mi sembri parecchio carico, chissà se qualche squadra avrà il coraggio di sfidarvi.”
“Se pensi di essere pronto, puoi essere tu il primo avversario.”
“Wow!!! Sarebbe incredibile!!! Ma dovrei dormire ancora parecchio per far continuare questo sogno.”
“Un sogno che potrebbe diventare realtà.”
“Stai scherzando????”
“Sì, e adesso vedi di svegliarti, che è tardi. Alla tua età avevo già vinto un anello.”
“Io, alla playstation, ne ho già vinti più di te.”
Get_Up_Byron_23. Aggiungimi appena ti svegli.”
Un_altro_whiskey_grazie_96. Sarà fatto. A presto.”
“A presto.”

Non siamo a New York e non c’è nessun aneddoto di Earl Manigault da raccontare. In Piemonte, la parola “The Goat”, rimanda molto più facilmente allo storico torneo organizzato in provincia di Torino da addirittura 8 anni.
Il primo motivo che ha reso questo evento tra i più longevi in zona, è sicuramente la ricerca costante di trovare ogni anno qualcosa da migliorare rispetto all’edizione precedente. Il triplice cambio di location ne è una prova lampante.

Per Carlo Sardella e il suo staff, tutto ebbe inizio in un campetto a Orbassano, sempre in provincia di Torino, per poi spostarsi lungo la cintura del capoluogo, passando da un centro privato che poteva ospitare fino a sei metà campo e infine arrivando a montare i campi in una delle principali piazze di Rivalta di Torino.

Anche sui campetti marchiati “The Goat” si gioca per divertirsi, ma quando si vince, ci si diverte sicuramente di più, e i ballers che si presentano a questo torneo, lo sanno bene.
Dalla prima edizione, una formula sempre precisa e un regolamento ufficiale sempre aggiornato con i cambiamenti che il 3×3 ha subito nel corso degli anni, hanno garantito un alto livello di competizione che ha attirato l’attenzione dei migliori giocatori in regione.

La crescita a inizio decade del movimento cestistico all’ombra della Mole Antonielliana, ha portato un aumento a cascata del livello di giocatori e società, così come molti ballers hanno deciso di sfruttare la vetrina di vari tornei prestigiosi per poter strappare un contratto migliore nel campionato di 5vs5.
“The Goat Streetball” rientra certamente tra le migliori vetrine sotto questo aspetto, riuscendo a farsi conoscere grazie anche agli ottimi risultati ottenuti dalle sue squadre alle finali nazionali.

Lo staff rivaltase non ha comunque dimenticato l’importanza di dover puntare con le stesse energie su qualità e quantità.
Ne è a dimostrazione l’edizione del 2017, con 54 squadre iscritte, 6 metà campo a disposizione e un numeroso pubblico che, oltre a seguire l’andamento del torneo sempre più avvincente man mano che ci si avvicinava alle finali, si è lasciato trascinare dall’energia di un inedito Slam Dunk Contest dove vi hanno preso parte emergenti dunker locali.

Numeri importanti che, di riflesso, hanno contribuito alla crescita di una categoria che spesso in molti si dimenticano: gli arbitri. Al “The Goat” la priorità è stata sempre quella di avere arbitri ufficiali con una conoscenza completa del regolamento, sapendo che l’esperienza sul campo e il confronto con i giocatori, sono i modi migliori per garantire un percorso di qualità anche a loro.

Per il futuro, i dubbi sono pochi e le idee sono chiare. Carlo ha sempre seguito con attenzione ogni piccolo passo del movimento 3×3 in Italia, con la convinzione di poter raggiungere importanti risultati promuovendo il basket di strada come la nuova disciplina che esordirà alle Olimpiadi di Tokyo.

Lo spirito di aggregazione e l’atmosfera streetball vengono di conseguenza, grazie al desiderio di molti giocatori che, dopo nove mesi chiusi in palestra, preferiscono conoscersi meglio stando seduti sotto un albero e bevendo una birra fresca dopo aver appena giocato.

Andrea Antoniotti

La Nazionale Femminile 3×3 è come un piccolo cucciolo che ha bisogno di cure e tanta attenzione per crescere nel migliore dei modi per diventare un adulto pieno di forze ed energie. L’oro mondiale di Manila della nazionale 3×3 femminile dei 12 giugno 2018 è ancora nella memoria di tutti noi appassionati di questo sport con una incredibile Rae Lin D’Alie (1° Ranking Italiano FIBA) che a fine manifestazione alza coppa mondiale e premio di MVP della manifestazione, ma ancora più importante ha fatto conoscere il 3×3 a tutti i nostri colleghi costretti a bloccare le attività lavorative per guardare una nazionale femminile di streetball, nemmeno fosse il calcio. 

La Nazionale 3×3 campione del Monde 2018: Filippi, Rulli, D’Alie e Ciavarella

Eh sì, il mondiale di Manila aveva acceso i cuori con un gruppo di ragazze che realmente rappresentano la base del movimento, perchè nel movimento vi erano nate. Marcella Filippi, Rae Lin D’Alie, Giulia Ciavarella e Giulia Rulli, sono cresciute in questa disciplina giocando tornei su tornei e dedicando anima e corpo ad una disciplina, il 3×3, difficile da approcciare se non si gioca nei campetti. Ancor più l’allenatrice di quel mondiale, Angela Adamoli, che sui campetti ci è andata per vedere le sue ragazze giocare, ma che soprattutto in questo sport ha creduto più di tanti altri.

Raduno pre-olimpico torneo di Parigi. Fonte Foto FIP

Ora la situazione è ben diversa. La sezione Open Femminile si appresta a giocare un pre-olimpico il prossimo anno (Covid permettendo), conquistato grazie a quell’oro mondiale, senza la sua allenatrice ma con Andrea Capobianco, scelta molto discussa dalla base, che in ogni caso garantirebbe una certa continuità vista la sua presenza al timone della nazionale maschile 3×3 da alcuni anni oltre all’esperienza con la Nazionale maggiore femminile. Inoltre le attrici potrebbero cambiare con l’aggiunta di pedine testate durante il Torneo di preparazione di Parigi di Febbraio. In primis la presenza di Debora Carangelo (10° Ranking Italiano FIBA), già presente durante la fase del World Tour FIBA ma al tempo stesso con esperienza nei campetti italiani nell’estate 2018 e con la formazione 4NCI alle Finali FISB dello stesso anno. Debora inoltre ha il difficile ruolo di sostituta della stella Rae Lin D’Alie oramai lungo degente dell’infermeria azzurra. Altra possibile candidata al quartetto pre-olimpico è Chiara Consolini (83° Ranking Italiano FIBA), anch’essa vista a Parigi ma con esperienza sia nella Nazionale maggiore che alla base del movimento 3×3 con anche una finale scudetto FISB nel 2017 persa contro La Volta Imola vestendo la maglia di Perugia DAT. Ottime chance di chiamata ha anche il centro Olbis Futo Andrè (118° Ranking Italiano FIBA) che con la sua esperienza internazionale con Schio ha certo energia da vendere anche se l’esperienza in situazioni 3×3 sono di certo una mancanza da colmare. Tengono il ruolo le veterane azzurre Marcella Filippi e Giulia Rulli (2° Ranking Italiano FIBA), sebbene i grandi nomi in ottica nazionale. Ancora in dubbio il re-integro di Giulia Ciavarella (4° ranking italiano FIBA) dopo l’infortunio alla spalla patito con la Nazionale 3×3, che l’ha tenuta fuori dal campo fino a Dicembre con San Martino di Lupari in A1. Sembrano invece aver perso terreno Arianna Zampieri e Arianna Landi, rispettivamente 3° e 11° del Ranking Italiano FIBA, che con coach Adamoli hanno avuto grandi occasioni di mettersi in luce a raduni e FIBA World Tour, ma che ora, sembrano aver perso il treno che porta alla maglia azzurra. 

Olbis e Rulli in una fase di allenamento. Fonte Foto FIP

Che si tratti semplicemente di un nuovo ciclo o di totale ricostruzione dell’ambiente azzurro è difficile dirlo, di certo lo stop dovuto al COVID-19 porterà sicuramente ulteriore novità in una nazionale con le ultime chance di qualificazione olimpica. FIBA comunicherà prima o poi la sua decisione sulle nuove date grazie anche al posticiparsi delle Olimpiadi. Di certo non aiuterà una stagione estiva quasi sicuramente senza eventi 3×3 nei campetti italiani riducendo quasi a zero le possibilità di allenamento sul campo per le nostre atlete.

Ranking FIBA Italy Women – Maggio 2020

Il nostro “viaggio itinerante” tra i tornei 3×3 italiani fa tappa per la prima volta al sud, precisamente a Reggio Calabria, per presentare uno dei principali appuntamenti 3×3 del meridione italiano.


Immaginate la cornice della città più popolosa della Calabria, il mare, scenari estivi, amore per lo Streetball e tanta voglia di condividerlo: questi sono gli ingredienti fondamentali del #Ntc Summer League di Reggio Calabria!

La #Ntc Summer League nasce come evento sportivo ma, nel corso degli anni, ha sviluppato una grande responsabilità sociale divenendo a tutti gli effetti un evento a 360° capace di coinvolgere centinaia di appassionati o semplici curiosi! Locations uniche fanno da cornice a questa esplosione di passione a spicchi e colori, che coinvolgono ragazzi e ragazze, uomini e donne, bambini e bambine, variegando in genere ed età.

Dieci le categorie di 3×3 con una media di 10 squadre per categoria, le varie gare individuali, gli exhibition game, il minibasket e il basket in carrozzina. Tre giorni di pallacanestro, tre giorni di festa per tutti gli amanti della palla a spicchi.

Ogni anno gli organizzatori si pongono l’obiettivo di migliorare e migliorarsi per cui ogni edizione è sempre migliore della precedente. Quelle “scenicamente” venuta meglio sono quelle del 2016 e del 2018 che hanno avuto come cornice l’”Arena dello Stretto” ed il castello Aragonese di Reggio Calabria.

L’unicità della #Ntc Summer League è l’ampio range di coinvolgimento che riesce, ogni anno, a garantire a tutti gli appassionati. Dai mini cestisti alla categoria “Old but Gold”, passando per il basket in carrozzina, veramente tutti possono giocare e divertirsi con lo streetball calabrese.

Tra le storie da raccontare, l’organizzatore Luca Laganà ricorda “lo scorso anno, avevamo deciso di ridurre il nostro impegno e fare un piccolo passo indietro, rinunciando ai grandi palcoscenici degli anni precedenti per farlo nel nostro campetto. Ci eravamo preventivati un netto calo dei numeri e di partecipanti a tutti gli eventi. Risposta? Record di squadre partecipanti con i nostri canali social hanno toccato livelli mai raggiunti prima.“.

Insomma, se dobbiamo identificare una “pietra miliare” del 3×3 calabrese e del Sud Italia, sicuramente l’#NTC Summer League conquista scena e cuore di tutti i ballers, a tutti i livelli, di tutte le età!

In Italia arriva di primo mattino; all’ora di pranzo, è la notizia più condivisa nel mondo dello sport.
E’ una “Woj bomb” completamente inaspettata, a cui, per il momento, mancano parecchi retroscena per dare una spiegazione al perché sia stata presa questa decisione.

Eppure quelle poche parole sono chiare e dirette: “La NBA sceglie il 3×3. A fine luglio, un unico evento per concludere la stagione 2019-2020.”

L’annuncio ufficiale del commissioner arriva il giorno seguente, ma è già troppo tardi.
In meno di 24 ore, da ogni parte del mondo, arrivano commenti che tentano di giustificare la scelta, alquanto bizzarra, di Adam Silver.

La pandemia è sicuramente la principale causa che accomuna le versioni della maggior parte delle testate giornalistiche sportive, e non. C’è poi chi parla della crisi economica che sta colpendo gli Stati Uniti e che, di riflesso, ha dunque intaccato una delle leghe sportive più solide di sempre. C’è che tira in ballo i giocatori, nello specifico Chris Paul, speculando sul fatto che il presidente della NBPA (associazione giocatori della lega) abbia raccolto il consenso di molti giocatori “scontenti”, proponendo un finale di stagione più imprevedibile per dare una chance anche alle franchigie di seconda fascia. C’è infine chi non ha mai sentito parlare prima di 3×3, ma subito associa queste folle idea ad una presa di posizione di Trump, mettendogli in bocca false dichiarazioni del tipo: “Giocare a basket 3vs3 a tutto campo, ridurrà il rischio di contagi anche tra i giocatori.”

Qualche minuto prima della diretta di Adam Silver, arriva invece un tweet che cattura immediatamente la curiosità dei fan più attenti.

“Great deal.”

Il cinguettio arriva da Ice Cube, noto rapper americano e fondatore della lega BIG3, ovvero un campionato di basket giocato tre contro tre a metà campo, che ha fatto molto scalpore all’esordio, quando sembrava essersi garantito le prestazioni sul campo di former nba stars come Allen Iverson e Jason Williams.

BIG3 non ha nulla a che vedere con il 3×3 inteso come disciplina che esordirà alle prossime olimpiadi, eppure il giro di interessi e di soldi che in poco tempo è riuscita a mettere in piedi, aveva persino convinto un’icona del 3×3, ovvero Dusan Bulut, che si era candidato al draft 2019, per poi scontrarsi in numerosi impedimenti burocratici che lo avrebbero allontanato dal vestire la maglia della nazionale alle future competizioni FIBA.

Su questo presunto “deal”, quelle che rimangono dopo la conferenza di Adam Silver, sono soltanto indiscrezioni che non provano nemmeno ad indovinare la cifra dell’accordo; ciò che però pare quasi scontato, è che la NBA abbia dovuto sborsare parecchi milioni di dollari per bloccare la scena a chi si stava conquistando un mercato in quel settore, e in quel periodo dell’anno.

Adam Silver, NBA commissioner (foto da nbapassion.com)

Nei venti minuti di chiacchierata davanti ai microfoni, il commissioner ha lasciato poco spazio alle domande dei giornalisti, avendo in realtà chiarito ogni punto del suo progetto.

I recenti accordi con Wilson e con gli sponsor delle varie franchigie sono gli ultimi pezzi del puzzle per vincere la prima partita, quella giocata sulle scrivanie di chi, ogni anno, investe miliardi di dollari per tener viva la baracca.

Dodici squadre, sei per ciascuna conference, gironi e formula perfettamente copiati da FIBA, diverso invece il discorso legato al regolamento.
“Non è stato un lavoro semplice, ed è stata fondamentale la collaborazione di tutti gli esperti nel settore.” Ha dichiarato Silver. “Le partite termineranno dopo 16 minuti di gioco, o dopo che una della due squadre avrà segnato il 35esimo punto, mantenendo il conteggio “1 e 2” presente nel regolamento ufficiale FIBA. Ci sarà un interruzione di 3 minuti tra il settimo e l’ottavo minuto di gioco, e ogni squadra avrà a disposizione due time out da 60 secondi e un time out da 30 secondi. Il primo bonus che manda in lunetta viene raggiunto all’ottavo fallo commesso, mentre il bonus che concederà due tiri e possesso alla stessa squadra, viene raggiunto al dodicesimo fallo.”


Il tutto si svolgerà in un week lungo stile “All Star Game”, partendo il venerdì con uno show inedito che avrà in programma un primo concerto di apertura del rapper americano Logic, seguito da uno spettacolo sul campo condotto dal solito Kevin Hart, per concludere con un altro concerto della giovanissima Billie Eilish.


Sabato, i gironi, domenica, i playoffs. E non poteva che essere alla “Mecca del basket”, il Madison Square Garden di New York, la città natale dell’attuale commissioner. Così, con la dichiarazione a fine intervista della location dell’evento, ha lasciato intendere quale sarà la prima squadra certa a prenderne parte, ovvero i New York Knicks.
Non fa grande scalpore quella che è quasi sicuramente una delle peggiori franchigie NBA degli ultimi anni, ma un roster giovane e con poche aspettative potrà essere una mina vagante in una competizione come il 3×3 dove tutto può succedere.

Proprio i Knicks sono i primi a dichiarare i quattro giocatori che metteranno a referto, ovvero RJ Barret, Elfrid Payton, Julius Randle e Mitchell Robinson.

A comprovare le voci sulle pressioni fatte dalla NBPA, è la conferma dei Thunder che schiereranno il quartetto meno americano del torneo, capitanato da Chris Paul, a cui si aggiungono Dennis Schroder, Steven Adams e Danilo Gallinari.

Grande euforia in casa Warriors che, dopo una stagione pessima caratterizzata dagli infortuni di quasi metà roster, intravede nel conteggio dei punti, ovvero nel tiro da fuori che vale doppio, una ghiotta possibilità di puntare in alto rispolverando quella coppia di “fratelli dello splash” che ha rivoluzionato il gioco della pallacanestro non più di cinque o sei anni fa. Ad affiancare Steph Curry e Klay Thompson, ci saranno Draymond Green e Eric Paschall.

Anche lo stile di gioco small ball degli Houston Rockets sembra sposarsi discretamente bene con le caratteristiche del 3×3, soprattutto quando può schierare due superstar assolute come James Harden e Russel Westbrook, coadiuvate da due role player di livello come Robert Covington e PJ Tucker.


Non potrà certo mancare uno dei rookie più attesi e chiacchierati dell’ultima decade, così anche i Pelicans preparano un team con poche ambizioni di vittoria ma che può garantire grande spettacolo. Zion Williamson, Lonzo Ball, Brandon Ingram e Jaxson Hayes sono i quattro che vestiranno la maglia di New Orleans.

A ovest, chiudono il cerchio le due franchigie della città degli angeli. Il comunicato stampa della loro presenza arriva tra gli ultimi, ma in molti davano per scontata la presenza di Lebron James e Kawhi Leonard, anche perché senza di loro, probabilmente Adam Silver non avrebbe nemmeno preso in considerazione questo tipo di evento.

In giallo-viola vedremo Anthony Davis, Kyle Kuzma e Alex Caruso insieme al Re. Per i Clippers, il talento cristallino di Leonard e Paul George, verrà bilanciato dalla cattiveria agonistica di Patrick Beverly e Montrezl Harrell.

Spostandoci a est, dalla Florida arrivano gli Heat, che erano in ballottaggio con i Nets di un Kyrie Irving sempre più fazioso in spogliatoio con i compagni. Miami si affida al talento e all’esperienza di Jimmy Butler, lasciando poi spazio a giovani interessanti come Bam Adebayo, Tyler Herro e Derrick Jones Jr.

I Raptors invece punteranno tutto sul duo Lowry-Siakam, dove soprattutto il secondo sarà un’incognita tutta da scoprire in un campo da 3×3. A completare il roster ci saranno Serge Ibaka e Norman Powell, giocatori che non rappresentano una minaccia concreta per gli avversari, ma che possono sempre garantire il loro solido apporto.

Le due squadre che spaventano per stazza e centimetri sul campo, sono anche probabilmente le due favorite ad est. I 76ers sono tra i primi a dichiarare i quattro giocatori che rappresenteranno Philadelphia, ovvero Joel Embiid , Ben Simmons, Tobias Harris e Matisse Thybulle. In molti si chiedono se la coppia formata dal centro camerunense e dal play atipico australiano, sarà ottimale oppure incontrerà difficoltà nel 3×3.

In molti meno si chiedono l’impatto che avrà l’MVP in carica della lega, poiché ci sono pochi dubbi sul fatto che Giannis Antetokounmpo possa essere dominante in qualsiasi sport si giochi con una palla e un canestro. A fargli compagnia, con la maglia dei Bucks, ci saranno Kris Middleton, Brook Lopez e Eric Bledsoe.

Infine non poteva non completarsi la rivalità storica tra Lakers e Celtics, ma ciò che ha fatto ancor più scalpore, è stata la decisione dei bianco-verdi di schierare un giocatore certamente adorato dal pubblico, ma forse non propriamente adatto ai ritmi imposti dal 3×3, soprattutto ad alti livelli. Fatto sta che nella foto con le quattro maglie verdi salta subito all’occhio la manona di Tacko Fall che sembra tenere un mandarino, quando in realtà è il Wilson misura 6 e peso 7. Intorno, ad accerchiarlo come se fossero le guardie del corpo, Kemba Walker, Jayson Tatum e Marcus Smart.

Tra i grandi assenti ci sono sicuramente Damian Lillard, Ja Morant, Devin Booker, Kevin Durant che ha preferito continuare il difficile recupero dal suo infortunio, Beal e Lavine che paiono ormai in forte rottura con le rispettive franchigie.

Più complicato invece il discorso di molti giocatori europei, su tutti Doncic, Jokic e Porzingis, che sembrano aver ricevuto, e accettato, una proposta dalle varie federazioni nazionali di 3×3, con l’intento di “boicottare” l’evento che probabilmente farà fare agli Stati Uniti un grosso passo avanti nel mondo streetball, e puntare invece sul proprio territorio con tornei, camp, allenamenti specifici, affiancando l’immagine dei campioni oltreoceano a squadre rinomate come Novi Sad e Riga Ghetto.

L’ultima news, in Italia, arriva con un po’ di ritardo, alle 18:00 circa, in perfetto orario aperitivo, con la gente che non può tradire il suo bar di fiducia che ha appena riaperto, ma che tra mascherina e distanziamento di almeno un metro, ha sempre un occhio sul suo smartphone.
Il titolo parla di “intervista”, ma aprendo il link, si tratta soltanto di una semplice risposta, molto diretta, a confermare lo stile pragmatico di chi aveva di fronte, in quel momento, il giornalista.

“Coach Gregg Popovich, come mai gli Spurs non parteciperanno a questo evento 3×3 organizzato dalla NBA?”
“Venite a casa mia a bere un bicchiere di vino con me e Tim Duncan, vi divertirete di più che guardare quella pagliacciata.”

Chi vi sta raccontando tutto ciò, per togliersi ogni dubbio, accetterà l’offerta di Gregg, e vi aspetta per la seconda parte di “Where 3×3 Happens”.