Non siamo a New York e non c’è nessun aneddoto di Earl Manigault da raccontare. In Piemonte, la parola “The Goat”, rimanda molto più facilmente allo storico torneo organizzato in provincia di Torino da addirittura 8 anni.
Il primo motivo che ha reso questo evento tra i più longevi in zona, è sicuramente la ricerca costante di trovare ogni anno qualcosa da migliorare rispetto all’edizione precedente. Il triplice cambio di location ne è una prova lampante.
Per Carlo Sardella e il suo staff, tutto ebbe inizio in un campetto a Orbassano, sempre in provincia di Torino, per poi spostarsi lungo la cintura del capoluogo, passando da un centro privato che poteva ospitare fino a sei metà campo e infine arrivando a montare i campi in una delle principali piazze di Rivalta di Torino.
Anche sui campetti marchiati “The Goat” si gioca per divertirsi, ma quando si vince, ci si diverte sicuramente di più, e i ballers che si presentano a questo torneo, lo sanno bene.
Dalla prima edizione, una formula sempre precisa e un regolamento ufficiale sempre aggiornato con i cambiamenti che il 3×3 ha subito nel corso degli anni, hanno garantito un alto livello di competizione che ha attirato l’attenzione dei migliori giocatori in regione.
La crescita a inizio decade del movimento cestistico all’ombra della Mole Antonielliana, ha portato un aumento a cascata del livello di giocatori e società, così come molti ballers hanno deciso di sfruttare la vetrina di vari tornei prestigiosi per poter strappare un contratto migliore nel campionato di 5vs5.
“The Goat Streetball” rientra certamente tra le migliori vetrine sotto questo aspetto, riuscendo a farsi conoscere grazie anche agli ottimi risultati ottenuti dalle sue squadre alle finali nazionali.
Lo staff rivaltase non ha comunque dimenticato l’importanza di dover puntare con le stesse energie su qualità e quantità.
Ne è a dimostrazione l’edizione del 2017, con 54 squadre iscritte, 6 metà campo a disposizione e un numeroso pubblico che, oltre a seguire l’andamento del torneo sempre più avvincente man mano che ci si avvicinava alle finali, si è lasciato trascinare dall’energia di un inedito Slam Dunk Contest dove vi hanno preso parte emergenti dunker locali.
Numeri importanti che, di riflesso, hanno contribuito alla crescita di una categoria che spesso in molti si dimenticano: gli arbitri. Al “The Goat” la priorità è stata sempre quella di avere arbitri ufficiali con una conoscenza completa del regolamento, sapendo che l’esperienza sul campo e il confronto con i giocatori, sono i modi migliori per garantire un percorso di qualità anche a loro.
Per il futuro, i dubbi sono pochi e le idee sono chiare. Carlo ha sempre seguito con attenzione ogni piccolo passo del movimento 3×3 in Italia, con la convinzione di poter raggiungere importanti risultati promuovendo il basket di strada come la nuova disciplina che esordirà alle Olimpiadi di Tokyo.
Lo spirito di aggregazione e l’atmosfera streetball vengono di conseguenza, grazie al desiderio di molti giocatori che, dopo nove mesi chiusi in palestra, preferiscono conoscersi meglio stando seduti sotto un albero e bevendo una birra fresca dopo aver appena giocato.
Andrea Antoniotti