Riprendiamo? Non riprendiamo? Tutti? Nessuno? E i protocolli? E il tre contro tre?
“Come il tre contro tre? Cosa c’entra questo strano surrogato della pallacanestro con la possibile ripresa dell’attività giovanile in tutta la nazione?”
Per le prime domande, trovare una risposta è tanto difficile quanto pare sia complicato trovare l’origine del Covid-19. Ma sulle ultime, quelle riferite al “nostro” giochino, qualcuno ne ha parlato proprio ieri sera.
Difficile averci fatto caso. Harden, Renzi e Trump hanno sicuramente fatto passare in sordina questo articolo, uscito ieri sera, sulla pagina ufficiale di Superbasket. Per chi ha 5 minuti da perdere, oltre all’articolo, suggerisco la lettura dei commenti sul post di Facebook, troverete spunti “interessanti”.
Ora però facciamo un bel salto indietro, per provare a fare chiarezza.
È il 6 agosto 2020, piena estate, pandemia quasi dimenticata, discoteche aperte e campetti ricolmi di gente. A Roma è in atto uno dei tanti consigli federali FIP dove, tra le altre cose, vengono discusse le disposizioni organizzative annuali giovanili riguardanti il basket tre contro tre.
“Per il 3×3?”
“Stesse DOA dell’anno scorso?”
“Andata. Prossimo argomento…?”
La discussione dev’essere andata più o meno così.
Il 5 ottobre, le suddette DOA, vengono inviate a tutti i presidenti dei vari comitati regionali che, a loro volta, si presume, li abbiano girati a chi si occupa di tre contro tre nella propria regione.
Succede proprio così in Piemonte tramite il sottoscritto. Grazie ad un ottimo rapporto di collaborazione che si è instaurato con tutto lo staff federale, da tre anni a questa parte, ricevo puntualmente le disposizioni in arrivo da Roma e seguo, sul campo, l’organizzazione delle fasi provinciali e regionali che si svolgono principalmente in primavera, garantendo così la presenza
delle rappresentative piemontesi alle finali nazionali.
Quest’anno, però, per ovvie ragioni, ricevere nuovamente quel documento ha causato un sorriso rassegnato e un pensiero del tipo: “non sappiamo se inizieremo il campionato a fine mese, figuriamoci se possiamo organizzare qualcosa per marzo o aprile.” E su questo eravamo tutti d’accordo
3 gennaio 2021. L’aver lasciato alle spalle quel terribile 2020 infonde un mite ottimismo anche su una possibile ripresa nel mondo sportivo e, più nello specifico, del basket giocato a tutti i livelli. FIP sembra voler cavalcare l’onda ed esce con un comunicato che “però mannaggiaavvoi aspettate almeno che finiamo lo spumante di due giorni fa.”
Si legge “…comunica di aver inviato al CONI la lista aggiornata delle categorie di preminente interesse nazionale che include […] tutta l’attività giovanile che prevede una fase finale nazionale.”
…che prevede una fase finale nazionale…
…fase finale nazionale…
…finale nazionale…
“Ma certo!!! Tutti i campionati di eccellenza, più l’under 14 élite, prevedono una finale nazionale, e ovviamente anche tutto il tre contro tre!!!”
“Ma sei sicuro???”
“Sicurissimo, c’è scritto sulle DOA!!!”
“E cosa c’è scritto di preciso?”
Perché effettivamente non ne abbiamo ancora parlato. Quel 5 ottobre è bastata una rapida occhiata per capire che erano le stesse DOA dell’anno precedente e che le avremmo messe da parte un secondo dopo aver finito di leggerle.
Eppure quel documento parla chiaro.
Iscrizioni entro il 29 novembre. Fasi regionali a cura dei comitati territoriali entro il 23 maggio. Finali nazionali in data da definire nel mese di giugno. Tutto ciò, valevole per le categorie U18, U16 e U14, maschili e femminili. E se non ti iscrivi, ti becchi pure la multa!
“Ma come la multa??? Allora aspetta che mi iscrivo subito!!!”
“Ecco, in realtà non puoi.”
“Come non posso? Scusa mi sembra chiaro, è un campionato che prevede una finale nazionale, comprende quasi tutte le categorie giovanili, se iscrivo qualche squadra, posso far allenare i ragazzi, ed evito dai 100€ ai 500€ di multa, come c’è scritto sulle DOA.”
“Non puoi perché non ci si può iscrivere da nessuna parte.”
Vero.
E falso allo stesso tempo.
Tutto dipende dal livello di astuzia, o malizia, che uno sente di avere.
Non ci si può iscrivere, perché, come specificato sopra, le fasi regionali sono organizzate dai vari comitati. Se quest’ultimi non hanno organizzato nulla, sempre per ovvie ragioni legate alla pandemia, e soprattutto non hanno messo a disposizione un portale ufficiale per l’iscrizione delle squadre da parte delle società, non ci si può iscrivere. Dunque è facile presumere che non ci saranno finali nazionali, di conseguenza il campionato 3×3 diventa una scatola vuota, facilmente eliminabile con un comunicato del tipo: “il 3×3 non si fa.”
Discorso chiuso.
Oppure ci si può iscrivere. Tramite il solito e classico form per il FIBA Planet, anch’esso inviato insieme alle DOA e rimasto invariato rispetto agli anni scorsi. Inviandolo ad una qualsiasi mail federale, specificando società, categoria, nomi dei ragazzi, mail in stampatello (“ma come? Sono minori e gli indirizzi mail sono dati che per privacy…” NO, dai) e aspettando una risposta dal proprio comitato o da chi se ne occuperà. E così, avendo un tot di squadre iscritte ad un campionato che prevede una finale nazionale, sarà possibile tornare in palestra ad allenarsi, in attesa dei nuovi protocolli e di nuovi comunicati da FIP.
Qua mi fermo.
Nonostante l’anno appena passato abbia messo a dura prova una buona fetta di fiducia nel genere umano, sono ancora convinto che una discussione aperta, basata sulla piena conoscenza degli argomenti (riportati sinteticamente in questo articolo), possa fornire gli spunti necessari affinché ciascuno di noi, da chi è allenatore di una squadra, a chi è seduto dietro una scrivania con un lavoro di una tale difficoltà che non invidio per nulla, possa stabilire cos’è giusto e cos’è sbagliato da fare in questo momento.
E oltre ad esserne convinto, lo ritengo strettamente necessario, poiché non stiamo discutendo sulla multa da 400€ per aver infranto il coprifuoco (che, tra l’altro, sarà sicuramente un ottimo spunto per molti organizzatori di tornei che hanno problemi con la puntualità al check-in), ma stiamo mettendo in ballo il futuro di moltissimi ragazzi e ragazze appassionate della palla a spicchi, e di molte società che danno loro l’occasione di coltivare questa passione.
Quindi, sarò ripetitivo, ma lo dico ancora una volta: parliamone.
Brent