3^ tappa del Bayer FISB Italian Tour.

#Voto10: Lo staff. Nello specifico quelle persone che hanno trascorso le ultime 90 ore praticamente sempre nello stesso posto, a fare più o meno le stesse cose, con più o meno la stessa maglietta (o forse era il caldo). Hanno portato la magia del 3×3 nel “salotto” di Torino, sempre attenti, precisi, disponibili, allo stesso tempo goliardici e fuori dai soliti schemi, per rendere questa terza tappa senza dubbio indimenticabile.

#Voto9: ai bentornati Claudio Negri, Jojo Kisonga e Antonio Lorenzetti. Questo tour aveva tremendamente bisogno di voi; i risultati dentro e fuori dal campo lo hanno dimostrato. Black Santana ci ha ricordato come si passa la palla dal post, JoJo ci ha ricordato che può rubarci anche il pallone che abbiamo nel baule della macchina, Bimboshow ci ha tranquillizzato facendoci notare che il ferro del canestro FISB è molto resistente (ahia, l’ho detto).

#Voto8: Team Libidine. Era scontato che, prima o poi, un voto prendesse in considerazione anche quel momento della giornata dove il Wilson viene prepotentemente sostituito da uno, due o tremila bicchieri in vetro. Il team di capitan Cocchi si presenta con un roster ridotto a 3 giocatori, che fatica sul campo rispetto agli ottimi risultati delle altre tappe, ma fa iniziare, domina, controlla, fa esplodere e fa finire la serata che sta unendo sempre di più la “FISB Family” in questo tour.

#Voto7: i portici. Ed il campo vicino ad essi. Ed il sole che tramontava dietro di essi. E le numerose scottature evitate grazie ad essi. Siamo alla terza tappa, giochiamo nelle ore più calde dei giorni più caldi della stagione più calda, e per ora, tutto va bene.

#Voto6: la cornice di pubblico. Finchè non si è messo a piovere. Perchè è stato un attimo passare dal sentirsi alle finali di un World Tour FIBA, al silenzio tipico di un lungo scambio a tennis durante un sedicesimo di finale. In mezzo, una leggera pioggia e quella triste sensazione che in questo pianeta ancora non comandiamo noi.

#Voto5: Paolo Quaranta che, dopo il grande cuore delle prime tappe nell’accompagnare il suo team dappertutto, rimane a casa una volta e la sua squadra ottiene il primo storico passaggio del girone. Stai cercando di farmi capire qualcosa?

#Voto4: la (non) stoppata di Andrea Iannilli sul (non) tiro da 2 di Daniele Mastrangelo, perdendo così una delle possibili giocate da Top3 della tappa. Anche perchè voci di corridoio confermano il commento a caldo del Mastro, appena conclusa la partita: “Guarda che era dritta, eh!”

#Voto2: alla pendenza della piazza. Un fattore determinante per uno sport che già incontra molte difficoltà dovute dal giocare all’aperto. Erano lampanti le difficoltà nel prendere le misure del tiro da una posizione piuttosto che da un’altra. E invece esistono tiratori veri, che sanno far canestro sempre, come Alessandro Corno o Michele Peroni, e che quindi rendono la pendenza ininfluente e questo voto totalmente inutile.

#Voto0: le pettorine che ancora non ci sono per quando giocano Team Libidine e Team Hammer Friuli, perchè sapete bene che per me è già difficile così, ma se devo ancora concentrarmi sul colore dei vostri colletti, la prossima volta inizio l’aperitivo alle 16 spaccate, e tanti saluti..


#MVP Davide “il Doc” Gorini. Capitano del Team Hammer Sanremo, che lascia davvero tutto sul campo. Difende, segna da fuori, si butta sulle palle vaganti e non disdegna mai qualche botta sotto canestro; è già tanto per un giocatore che da settembre raggiungerà le 42 primavere. Diventa forse troppo quando la domenica mattina, sul finale di partita contro i Cobram, con il punteggio in bilico, vola a canestro per inchiodare una gran schiacciata, che solo le molle del ferro gli rimbalzano via la palla. Per fortuna… altrimenti saremmo ancora tutti lì ad applaudire.


#MVT Kings of Kings. Sì, ovvio. Intendo quelli con la maglia bianca di Milano, perchè hanno vinto 2 tappe su 3, perchè hanno vinto l’ultima nonostante l’assenza importante di Matteo Grampa, perchè hanno dominato la finale dopo aver esordito in piazza San Carlo con una sconfitta. Però intendo anche quelli con la maglia nera di Perugia, perchè si sono dovuti presentare in tre e senza centri di ruolo, obbligando dunque Simone Aromando a fare gli straordinari sotto canestro e costringendo a Ale Corno e capitan Jack Mariani a giocare senza errori sia in attacco sia in difesa. Si fermano in semifinale contro i Cobram, perchè oggettivamente era difficile fare di più.
Quindi, per riassumere, intendevo le squadre di Charlie…

Piazza San Carlo e il suo nuovo, temporaneo, playground

2^ tappa del Bayer FISB Italian Tour.         

#Voto10: Apulians Basket Team. Esistono dichiarazioni d’amore verso cose, persone o giuste cause. E poi esiste Paolo Quaranta, che con il suo pulmino e il suo team ha attraversato l’Italia, 4 volte in 7 giorni, per giocare 4 partite di 3×3, per vincerne una, per non passare il girone per un punto non segnato, e per rimanere sobri una sera soltanto. Chapeau.        

#Voto9: B. Crew Dance Team. Diciamocelo, le interruzioni nei tornei non sono mai piaciute, soprattutto ai giocatori. Eppure loro ogni volta portano una ventata di freschezza, una buona dose di energia, insomma quel qualcosa di diverso di cui ha sicuramente bisogno questo tour. Forse aveva un po’ meno bisogno di veder ballare insieme a loro anche qualche giocatore.       

#Voto8: Bayer Italia, nello specifico le bustine di Supradyn, nello specifico “la Giuli e la Flo” che le distribuiscono.
Siamo passati dai tornei dove l’amico, tra una partita e l’altra, ti diceva: “facciamoci una birra”, e non c’era possibilità di scelta; per arrivare ad un torneo dove due gentili ragazze ti suggeriscono di provare a sciogliere due bustine di sali minerali nella tua borraccia, per recuperare le forze perse sul campo. Due voti in più quando il prodotto potrà essere somministrato direttamente in vena per chi ha caratteristiche fisiche leggermente meno performanti.

#Voto7: la location. Giocare in riva al mare ha sempre il suo fascino, giocare senza un filo d’ombra in torno al campo, un po’ meno. Per fortuna dalla pross…no, niente.      
    
#Voto6: il pasto. Un piatto di pasta non può mai avere meno della sufficienza. Lo stesso piatto che si ripete nei 3 pasti, forse non può avere di più. (Spoiler) Dopo Milano, con il panino a pranzo, cena e pranzo, e Sanremo, con la pasta a pranzo, cena e pranzo, sarà forse il momento del trancio di pizza a Torino?

#Voto5: Matteo Baruzzo. Il campo a pochi minuti del Teatro Ariston, era il posto ideale per qualche beat del nostro freestyler. Invece lui ha preferito rimanere a casa. Un’insufficienza che lo spinga a infiammare nuovamente i giocatori e il pubblico, nelle prossime tappe.      
 
#Voto4. Il vento. Va bene che il 3×3 si gioca all’aperto, ma far sembrare il nostro beneamato Wilson, un Super Tele da spiaggia, dai no.      
   
#Voto0: a me (Brent). Per la cronaca, mi son trovato costretto a dover scendere in campo. Sempre per la cronaca, forse si sono finalmente chiariti i motivi per cui ritenevo fosse il caso di smettere di giocare. Perseverare è davvero diabolico.


#MVP Riccardo Chinellato. Trovare la Big Crew in finale, sembra una delle poche certezze di questo tour. Così come erano certezze le scelte giuste del Chine, pulito nel finalizzare, dominante sotto canestro, sempre in controllo del ritmo partita, quasi a voler far dimenticare il suo anno di nascita a tre zeri.   

#MVT: Team Cobram. Sembra scontato, perché hanno vinto. Ma non lo era per nulla. Squadra ancora rimaneggiata per le assenze di Claudio Negri, avvistato a tagliare retine in diverse palestre piemontesi, e Carlo Fumagalli, impegnato con la maglia della nazionale per la “coppa America” (cit. per pochi). Si presentano così con un Dam Verri sempre essenziale, nonostante la gamba ancora dolorante, e suoi compagni Alessandro Longoni , Daniele Quartieri e Andrea Mazzoleni, sempre energici, attenti ed efficaci.   
Partono con un solo obiettivo in testa, e quando partono in questo modo, è veramente difficile fermarli.

Le due squadre finaliste. In maglia gialla Big Crew, in maglia rossa Team Cobram.

1^ tappa del Bayer FISB Italian Tour. 

#Voto10: David Restelli e tutta la crew della FISB. Dalle parole ai fatti. Tra il dire e il fare c’è in mezzo un oceano di lavoro, coraggio, idee, e soprattutto voglia di mettersi in gioco. Un percorso di studi durato almeno 8 anni e un voto alto per far capire che il buongiorno si è visto subitissimo.   
       
#Voto8: i team. Non era facile e scontato trovare almeno 48 giocatori che si impegnassero per 9 week end a girare mezza Italia. Era ancor più difficile creare dei team d’élite, eppure è stato fatto. Squadre di primissima fascia e risultato incerto ad ogni partita. Si farà ancora meglio quando finiranno i playoff di quel noioso 5vs5.

#Voto6(meno): gli arbitri. Quel tipo di sufficienza che deve dar fiducia, a tutti. Quel tipo di sufficienza che deve spingere a migliorarsi, per loro, come ha fatto chi sta in campo per giocare. Serve tempo, serve pazienza, e soprattutto serve la consapevolezza che ce ne guadagneremo tutti.  
      
#Voto4: la musica. Lungi da chiunque il voler infrangere regole imposte da chi ti offre una location del calibro di City Life a Milano. Ma giocare senza musica, no. È come giocare la finale di Champions League a porte chiuse, proprio non si può.    

#Voto2: la crema solare. Ovvero quel tubetto che rimane nascosto nell’armadietto sopra il lavandino per circa 8 mesi. Era ancora nascosto fino all’altro ieri, mentre tutti pensavano “figurati se servirà”. Figurati…

#MVP: Andrea Iannilli.
Prima lo dice chiaramente al microfono: “Questo è uno sport per uomini”.   
Poi lo dimostra ancor più chiaramente sul campo, in un periodo dove nella pallacanestro i piccoli devono giocare come i lunghi e i lunghi come i piccoli.          
Non lui, che ricorda a tanti (quasi tutti) come si gioca in post basso. 
Chi ti ha visto, ti ringrazia. Chi ti ha marcato, un po’ meno.

I vincitori della prima tappa. Da sinistra: Bryant Piantini, Michele Peroni, Matteo Grampa e Andrea Iannili.