4^ tappa del Bayer FISB Italian Tour.

#Voto10: a ciò che succede fuori dal campo. E non mi riferisco soltanto, come tanti si aspettano, a ciò che succede tra le 23:00 e le 4:00 del sabato sera, ma ad ogni piccolo gesto che accade fuori dal rettangolo di gioco. Che sia un complimento all’avversario che ci ha appena battuto, che sia un condividere il perchè di una giocata che ci aiuta a migliorarsi, o che sia una birra offerta (che effettivamente apre poi un brutto circolo vizioso). Siamo partiti quasi tutti come avversari sul campo, al giro di boa siamo già qualcosa di più. A Riccione, pare ormai sicuro, ne vedremo delle belle, per forza.

#Voto9: Team FDC4nci: una tappa quasi perfetta. L’uniche sbavature sono state i rischi corsi durante il girone, con il passaggio ottenuto grazie ad una vittoria per un solo punto al supplementare. La domenica sale in cattedra Alioune Guisse grazie al suo stile di gioco completo che gli permette di segnare con facilità sia da sotto canestro, sia dall’arco. Alberto Bedin e Filippo Sabbadin mettono grande energia e fanno a sportellate contro chiunque sotto canestro e la new entry Martino Criconia è chirurgico nel segnare pochi ma decisivi canestri per la sua squadra. Così, la tappa di Bolzano è dei ragazzi in maglia fucsia, o rosa, o viola, insomma loro…

#Voto8: Team 6thman Torino. Non è perchè sono di parte, ma credo che un voto di fiducia, questi ragazzi se lo meritino. L’unica squadra ancora a 0 in classifica, l’unica squadra a non aver vinto ancora una partita, forse l’unica squadra ad avere così poca esperienza nel 3×3. Nonostante ciò, non disdegnano mai lo scontro contro avversari più preparati, sono gli ultimi a mollare in campo (e fuori), e perdono di un punto al supplementare contro la squadra che si aggiudicherà poi la quarta tappa. Potrebbe già andare bene così, e invece ci si mettono le 3 ore in ospedale e i 4 punti in testa a Danny Facchino che avrebbero sgretolato la fiducia nel far serata a chiunque. Tranne a loro.

#Voto7: Team FIP CrER e finalmente le divise nuove. Anche l’occhio vuole la sua parte, ed in mezzo alla centrifuga di colori che ogni volta si vedono in campo, di quelle double-face blu scure da allenamento, non se ne poteva più. Spiace un po’ nel non vederle con lo stesso layout e gli stessi sponsor di tutti gli altri, e soprattutto spiace a me nel vedere che alla fine nessuno ha scelto l’arancione per la propria maglia. Cioè, davvero tutti pensano di assomigliare ai conetti dell’ANAS con quel colore?

#Voto6 all’aver giocato in palestra. Per pioggia, e quindi ci mancherebbe, anzi per fortuna che c’era la disponibilità di un buon impianto. Ma fanno specie le numerose partite terminate anzitempo ai 21 e le percentuali piuttosto alte da fuori, rispetto poi alla domenica quando si è tornati alla “normalità”. C’è ancora qualcuno convinto che il 3×3 non sia troppo diverso dal 5vs5? No perchè, nel caso, vorrei scambiarci quattro chiacchere.

#Voto5 al comunicare tra arbitri e giocatori. Forse eravamo già abituati bene dopo la tappa a Torino, forse ad alcuni sfugge ancora il concetto di “confrontarsi per crescere”. Tengo dunque a precisare che gli arbitri non sono soltanto persone che parlano tramite un fischietto e muovendo le braccia, e nemmeno i giocatori sono persone brutte, grosse e cattive (grosse forse, sì). Talvolta, due parole scambiate anche fuori dal campo, a bocce ferme, senza la tensione della partita, e con la predisposizione da parte di entrambi a imparare qualcosa di nuovo, potrebbe fare a tutti un gran bene. Sul serio.

#Voto4: l’albergo. Qualcuno mi dirà che sono stato fin troppo generoso. Ma parto sempre dal presupposto che fino all’anno scorso, per molti di noi era quasi impensabile affrontare un torneo per giocare due o tre partite ed avere un albergo, già pagato, a disposizione. Dunque offrire una stanza con dei letti e un bagno, è una buona base da cui partire. Avere lenzuola pulite, la luce che funziona e la moquette che non puzza di morto, è un piccolo lusso che potremmo meritarci. E invece…

#Voto2: alle giocate spettacolari per la “Top10”. Tipo quella schiacciata che… oppure quel passaggio dietro la schiena di… anzi meglio ancora quella stoppata a tabella che si è preso il povero… ma sì dai… ci sono state giocate incredibili, no? Ah, no? Quindi… “Top5”?

#Voto0: a chi si sta accorgendo adesso, e che ci ha snobbato prima. Che forse questo 3×3 inizia a valere qualcosa, vale per le quattro ragazze che si sono giocate un mondiale da campionesse in carica, vale per le due squadre che si stanno giocando gli European Games a Minsk sempre con la maglia azzurra, vale anche per questi 50-60 scappati di casa che si stanno girando l’Italia per giocare ad uno sport simile a quello che hanno giocato negli ultimi 250 giorni, per portare in alto il loro nome o ciò che rappresentano, e che credono che, anche se alla fine potrà non essere la strada giusta, è la strada che conta prendere adesso.


#MVP: Antonio Lorenzetti. La parte più difficile nel giustificare questo premio, è andare a prendere i momenti che ai più saranno passati inosservati, ma che gli sono realmente valsi il titolo di miglior giocatore di Bolzano. Si parte dall’ottima base di quello che è il suo apporto fisico e tecnico sul campo, passando dall’energia che pare essere infinita dal primo all’ultimo minuto di gioco, per arrivare allo spirito positivo e di incoraggiamento che ha verso tutti. “Bimbo” spesso non è soltanto il mostrare i muscoli o caricare il pubblico urlando, ma è anche un “cinque” a un compagno che ha sbagliato, l’ammettere un fallo in un momento in cui tutti vorrebbero saltare addosso all’arbitro, prendersi la colpa della sconfitta in semifinale, per aver concesso un canestro comunque difficile all’avversario, quando era più facile lamentarsi di un paio di fischi negli ultimi 30 secondi. A fine tappa mi confida anche di essere ragazzo per bene e che studia tanto; a questo punto, sulla fiducia, io una laurea “ad honorem”, gliela darei anche.

#MVT: i team che hanno giocato una delle troppe partite con i problemi dei colori delle divise (come giustamente fatto notare dalla nostra Alessia Caron). Bianco contro bianco, verdino/azzurrino contro azzurrino/verdino, nero contro nero, rosa contro rosso. Ma nemmeno questo vi ha fermati, perchè siete giocatori forti, perchè siete giocatori attenti, perchè avete sempre chiari punti di riferimento, o forse il 3×3 è un gioco così incasinato e veloce, che vi è semplicemente andata bene la maggior parte delle volte.


Team FDC4nci. Da sinistra: Guissè, Criconia, Bedin, Sabbadin

3^ tappa del Bayer FISB Italian Tour.

#Voto10: Lo staff. Nello specifico quelle persone che hanno trascorso le ultime 90 ore praticamente sempre nello stesso posto, a fare più o meno le stesse cose, con più o meno la stessa maglietta (o forse era il caldo). Hanno portato la magia del 3×3 nel “salotto” di Torino, sempre attenti, precisi, disponibili, allo stesso tempo goliardici e fuori dai soliti schemi, per rendere questa terza tappa senza dubbio indimenticabile.

#Voto9: ai bentornati Claudio Negri, Jojo Kisonga e Antonio Lorenzetti. Questo tour aveva tremendamente bisogno di voi; i risultati dentro e fuori dal campo lo hanno dimostrato. Black Santana ci ha ricordato come si passa la palla dal post, JoJo ci ha ricordato che può rubarci anche il pallone che abbiamo nel baule della macchina, Bimboshow ci ha tranquillizzato facendoci notare che il ferro del canestro FISB è molto resistente (ahia, l’ho detto).

#Voto8: Team Libidine. Era scontato che, prima o poi, un voto prendesse in considerazione anche quel momento della giornata dove il Wilson viene prepotentemente sostituito da uno, due o tremila bicchieri in vetro. Il team di capitan Cocchi si presenta con un roster ridotto a 3 giocatori, che fatica sul campo rispetto agli ottimi risultati delle altre tappe, ma fa iniziare, domina, controlla, fa esplodere e fa finire la serata che sta unendo sempre di più la “FISB Family” in questo tour.

#Voto7: i portici. Ed il campo vicino ad essi. Ed il sole che tramontava dietro di essi. E le numerose scottature evitate grazie ad essi. Siamo alla terza tappa, giochiamo nelle ore più calde dei giorni più caldi della stagione più calda, e per ora, tutto va bene.

#Voto6: la cornice di pubblico. Finchè non si è messo a piovere. Perchè è stato un attimo passare dal sentirsi alle finali di un World Tour FIBA, al silenzio tipico di un lungo scambio a tennis durante un sedicesimo di finale. In mezzo, una leggera pioggia e quella triste sensazione che in questo pianeta ancora non comandiamo noi.

#Voto5: Paolo Quaranta che, dopo il grande cuore delle prime tappe nell’accompagnare il suo team dappertutto, rimane a casa una volta e la sua squadra ottiene il primo storico passaggio del girone. Stai cercando di farmi capire qualcosa?

#Voto4: la (non) stoppata di Andrea Iannilli sul (non) tiro da 2 di Daniele Mastrangelo, perdendo così una delle possibili giocate da Top3 della tappa. Anche perchè voci di corridoio confermano il commento a caldo del Mastro, appena conclusa la partita: “Guarda che era dritta, eh!”

#Voto2: alla pendenza della piazza. Un fattore determinante per uno sport che già incontra molte difficoltà dovute dal giocare all’aperto. Erano lampanti le difficoltà nel prendere le misure del tiro da una posizione piuttosto che da un’altra. E invece esistono tiratori veri, che sanno far canestro sempre, come Alessandro Corno o Michele Peroni, e che quindi rendono la pendenza ininfluente e questo voto totalmente inutile.

#Voto0: le pettorine che ancora non ci sono per quando giocano Team Libidine e Team Hammer Friuli, perchè sapete bene che per me è già difficile così, ma se devo ancora concentrarmi sul colore dei vostri colletti, la prossima volta inizio l’aperitivo alle 16 spaccate, e tanti saluti..


#MVP Davide “il Doc” Gorini. Capitano del Team Hammer Sanremo, che lascia davvero tutto sul campo. Difende, segna da fuori, si butta sulle palle vaganti e non disdegna mai qualche botta sotto canestro; è già tanto per un giocatore che da settembre raggiungerà le 42 primavere. Diventa forse troppo quando la domenica mattina, sul finale di partita contro i Cobram, con il punteggio in bilico, vola a canestro per inchiodare una gran schiacciata, che solo le molle del ferro gli rimbalzano via la palla. Per fortuna… altrimenti saremmo ancora tutti lì ad applaudire.


#MVT Kings of Kings. Sì, ovvio. Intendo quelli con la maglia bianca di Milano, perchè hanno vinto 2 tappe su 3, perchè hanno vinto l’ultima nonostante l’assenza importante di Matteo Grampa, perchè hanno dominato la finale dopo aver esordito in piazza San Carlo con una sconfitta. Però intendo anche quelli con la maglia nera di Perugia, perchè si sono dovuti presentare in tre e senza centri di ruolo, obbligando dunque Simone Aromando a fare gli straordinari sotto canestro e costringendo a Ale Corno e capitan Jack Mariani a giocare senza errori sia in attacco sia in difesa. Si fermano in semifinale contro i Cobram, perchè oggettivamente era difficile fare di più.
Quindi, per riassumere, intendevo le squadre di Charlie…

Piazza San Carlo e il suo nuovo, temporaneo, playground

2^ tappa del Bayer FISB Italian Tour.         

#Voto10: Apulians Basket Team. Esistono dichiarazioni d’amore verso cose, persone o giuste cause. E poi esiste Paolo Quaranta, che con il suo pulmino e il suo team ha attraversato l’Italia, 4 volte in 7 giorni, per giocare 4 partite di 3×3, per vincerne una, per non passare il girone per un punto non segnato, e per rimanere sobri una sera soltanto. Chapeau.        

#Voto9: B. Crew Dance Team. Diciamocelo, le interruzioni nei tornei non sono mai piaciute, soprattutto ai giocatori. Eppure loro ogni volta portano una ventata di freschezza, una buona dose di energia, insomma quel qualcosa di diverso di cui ha sicuramente bisogno questo tour. Forse aveva un po’ meno bisogno di veder ballare insieme a loro anche qualche giocatore.       

#Voto8: Bayer Italia, nello specifico le bustine di Supradyn, nello specifico “la Giuli e la Flo” che le distribuiscono.
Siamo passati dai tornei dove l’amico, tra una partita e l’altra, ti diceva: “facciamoci una birra”, e non c’era possibilità di scelta; per arrivare ad un torneo dove due gentili ragazze ti suggeriscono di provare a sciogliere due bustine di sali minerali nella tua borraccia, per recuperare le forze perse sul campo. Due voti in più quando il prodotto potrà essere somministrato direttamente in vena per chi ha caratteristiche fisiche leggermente meno performanti.

#Voto7: la location. Giocare in riva al mare ha sempre il suo fascino, giocare senza un filo d’ombra in torno al campo, un po’ meno. Per fortuna dalla pross…no, niente.      
    
#Voto6: il pasto. Un piatto di pasta non può mai avere meno della sufficienza. Lo stesso piatto che si ripete nei 3 pasti, forse non può avere di più. (Spoiler) Dopo Milano, con il panino a pranzo, cena e pranzo, e Sanremo, con la pasta a pranzo, cena e pranzo, sarà forse il momento del trancio di pizza a Torino?

#Voto5: Matteo Baruzzo. Il campo a pochi minuti del Teatro Ariston, era il posto ideale per qualche beat del nostro freestyler. Invece lui ha preferito rimanere a casa. Un’insufficienza che lo spinga a infiammare nuovamente i giocatori e il pubblico, nelle prossime tappe.      
 
#Voto4. Il vento. Va bene che il 3×3 si gioca all’aperto, ma far sembrare il nostro beneamato Wilson, un Super Tele da spiaggia, dai no.      
   
#Voto0: a me (Brent). Per la cronaca, mi son trovato costretto a dover scendere in campo. Sempre per la cronaca, forse si sono finalmente chiariti i motivi per cui ritenevo fosse il caso di smettere di giocare. Perseverare è davvero diabolico.


#MVP Riccardo Chinellato. Trovare la Big Crew in finale, sembra una delle poche certezze di questo tour. Così come erano certezze le scelte giuste del Chine, pulito nel finalizzare, dominante sotto canestro, sempre in controllo del ritmo partita, quasi a voler far dimenticare il suo anno di nascita a tre zeri.   

#MVT: Team Cobram. Sembra scontato, perché hanno vinto. Ma non lo era per nulla. Squadra ancora rimaneggiata per le assenze di Claudio Negri, avvistato a tagliare retine in diverse palestre piemontesi, e Carlo Fumagalli, impegnato con la maglia della nazionale per la “coppa America” (cit. per pochi). Si presentano così con un Dam Verri sempre essenziale, nonostante la gamba ancora dolorante, e suoi compagni Alessandro Longoni , Daniele Quartieri e Andrea Mazzoleni, sempre energici, attenti ed efficaci.   
Partono con un solo obiettivo in testa, e quando partono in questo modo, è veramente difficile fermarli.

Le due squadre finaliste. In maglia gialla Big Crew, in maglia rossa Team Cobram.

1^ tappa del Bayer FISB Italian Tour. 

#Voto10: David Restelli e tutta la crew della FISB. Dalle parole ai fatti. Tra il dire e il fare c’è in mezzo un oceano di lavoro, coraggio, idee, e soprattutto voglia di mettersi in gioco. Un percorso di studi durato almeno 8 anni e un voto alto per far capire che il buongiorno si è visto subitissimo.   
       
#Voto8: i team. Non era facile e scontato trovare almeno 48 giocatori che si impegnassero per 9 week end a girare mezza Italia. Era ancor più difficile creare dei team d’élite, eppure è stato fatto. Squadre di primissima fascia e risultato incerto ad ogni partita. Si farà ancora meglio quando finiranno i playoff di quel noioso 5vs5.

#Voto6(meno): gli arbitri. Quel tipo di sufficienza che deve dar fiducia, a tutti. Quel tipo di sufficienza che deve spingere a migliorarsi, per loro, come ha fatto chi sta in campo per giocare. Serve tempo, serve pazienza, e soprattutto serve la consapevolezza che ce ne guadagneremo tutti.  
      
#Voto4: la musica. Lungi da chiunque il voler infrangere regole imposte da chi ti offre una location del calibro di City Life a Milano. Ma giocare senza musica, no. È come giocare la finale di Champions League a porte chiuse, proprio non si può.    

#Voto2: la crema solare. Ovvero quel tubetto che rimane nascosto nell’armadietto sopra il lavandino per circa 8 mesi. Era ancora nascosto fino all’altro ieri, mentre tutti pensavano “figurati se servirà”. Figurati…

#MVP: Andrea Iannilli.
Prima lo dice chiaramente al microfono: “Questo è uno sport per uomini”.   
Poi lo dimostra ancor più chiaramente sul campo, in un periodo dove nella pallacanestro i piccoli devono giocare come i lunghi e i lunghi come i piccoli.          
Non lui, che ricorda a tanti (quasi tutti) come si gioca in post basso. 
Chi ti ha visto, ti ringrazia. Chi ti ha marcato, un po’ meno.

I vincitori della prima tappa. Da sinistra: Bryant Piantini, Michele Peroni, Matteo Grampa e Andrea Iannili.